Lo Strüsa Sciavate e la Bela Andurneisa

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STRUSA SCIAVATE E LA BELA ANDURNEISA

La storia che andrò qui di seguito a raccontare è stata prevalentemente tratta dal testo “J souma qui!” di Tamaroglio P.G., edito da Giancarlo de Alessi Editore e dai racconti di alcune persone che hanno ricoperto il ruolo della maschera, in passato. È stato possibile chiedere il contributo di un breve racconto al primo Strüsa Sciavate investito.
Lo Strüsa Sciavate è la maschera ufficiale di Andorno Micca, è nata nel 1975, il 19 di marzo con precisione, a seguito dell’insediamento del nuovo Comitato del Carnevale benefico andornese.
Il nome della maschera ha origine da un modo alquanto particolare e poco ortodosso di camminare tipico degli andornesi che, a quanto pare, hanno l’abitudine a spostarsi senza alzare i piedi da terra e a strisciarli, poiché sembra che questo particolare modo di muoversi porti le persone a spendere meno energie e a faticare poco.
La tradizione tramanda che il fondamentale assunto: “Perché consumare energie per sollevare i piedi da terra? A l’è mei struseje!” fosse, oltreché un presupposto filosofico legato ad un’abitudine al camminare acquisita e tramandata dagli andornesi, anche una ragione molto valida e utile agli abitanti del paese. In periodi passati erano frequenti e piuttosto violente le fiorenti dispute verbali e non che caratterizzavano il paese contro la vicina e più grande Biella per la difesa del proprio mercato; spesso le stesse erano agite a suon di sassate e a ragione di ciò gli andornesi necessitavano di conservare le proprie energie.
A quanto pare, fu a partire da questo criterio di risparmio energetico che venne affidato agli andornesi il cosiddetto nomignolo di strüsa sciavate.

Negli anni si pensò che il solo rappresentante maschile non rendesse sufficientemente giustizia al bel paese e quindi si ritenne opportuno affiancare alla maschera Strüsa Sciavate una figura femminile, la quale per tradizione doveva essere fiorente e prosperosa e che si differenziasse dalle altre per bellezza e intelligenza. Da questa decisione: “Fra tutte le belle, sarà la più bella” proviene il nome “La Bela Andurneisa”.
Il costume che è stato adottato per vestire le due maschere è costituito, per lo Strüsa Sciavate, da pantaloni in velluto, lunghi o alla zuava, calzettoni colorati, un gilet e una camicia, la quale è abitualmente indossata con disordine, con l’intento di rimandare alla pigrizia e alla lentezza tipica di questi abitanti; immancabile è il cappello, indumento frequentemente indossato dagli abitanti del paese e che ricorda la tradizionale produzione locale di importanti e famosi cappelli. La Bela Andurneisa, invece, indossa un gonnellone lungo fino le caviglie e spesso impreziosito da alcuni lustrini; anche lei indossa una camicia che in questo caso è bianca, un gilet e/o un giacchino; infine porta un grembiule. Alcune volte viene indossato anche uno scialle colorato. Che copre le spalle. Il costume si rifà all’abbigliamento tradizionale che veniva indossato dalle donne della Valle del Cervo durante i momenti di festa.
Lo Strüsa Sciavate e la Bela Andurneisa portano, per tradizione e di rimando al nome della figura maschile, degli zoccoli ai piedi.
Ad oggi, le due maschere indossano i costumi sopra descritti con alcuni accorgimenti che hanno permesso l’attualizzazione della tradizione.

 

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