Pin Girometta

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PIN GIROMETTA

“Pin Girumèta” nasce nel 1956 a seguito di un concorso indetto dalla “Famiglia Bosina” di Varese, Associazione locale che cura le tradizioni e la cultura popolare del Varesotto.

Nasce dall’attenta ricerca del Prof. Giuseppe Talamoni, personaggio eclettico e “poliedrico” (oltre ad essere professore d’arte, è pittore, scultore, musicista, poeta), il quale non crea una maschera di pura fantasia, come per lo più sono le maschere italiane, ma vuole un personaggio vivo e reale! Lo trova nelle antiche cronache dei tempi passati, tramandate per via orale nelle osterie di paese nei giorni delle feste ed è un ambulante che nel ‘700 gira per i cortili delle nostre cascine lombarde (quelle con il ballatoio) della zona della Valbossa. Vende a tutte le massaie chiamate “regiùre” oggetti di merceria per confezionare ed abbellire i vestiti della “festa”: “frisa (nastro), bindèll (cordone), bùtuni (bottoni), fil da cusì (filo per cucire), àgh (aghi), spìll (spille da baglia). Ma oltre a questa attività lui, scapolone d’oro, è anche un buon intrattenitore nelle feste di paese con i suoi scherzi ed i suoi giochi e non disdegna delle sue attenzioni le belle contadinotte. Quando poi arriva il mese di maggio, mese dei grandi pellegrinaggi al Santuario del Sacromonte di Varese, si mette alla fine della “salita del rosario” – sotto il Mosè – a vendere ai pellegrini la “girumèta”, oggetto fatto con acqua e farina a guisa di soldatino con cappello alla francese, cotto nel forno ed ornato con piume, carte colorate e specchietti. Chi  compra questo oggetto, dopo averlo fatto benedire nel Santuario, assicura a tutta la sua casa ed a tutti i suoi componenti, bestiame compreso, un anno veramente positivo perché la “girumèta”, messa sul “camin” (camino) o sul “cifùn” (comodino), scaccia dalla casa “tucc i strànzenn” (tutto il malocchio).

Così nasce la maschera del “Pin Girumèta” attualmente, da più di vent’anni, impersonata da Loris Baraldi, ed è maschera italiana, al pari di Arlecchino, Pantalone, Pulcinella, Gianduia, Balanzone, Meneghino, della “città giardino”, come è definita la città di Varese.

 

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