Sandrone

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SANDRONE

Sandrone (Sandróun in modenese) è la maschera tradizionale della città di Modena.

L’origine del personaggio Sandrone rappresenta il contadino del passato, rozzo, ma furbo e scaltro. È portavoce del popolo più umile e maltrattato, e sempre in cerca di stratagemmi per sbarcare il lunario. Nel 1840″prende moglie”, compare cioè anche la figura della moglie Pulonia e ben presto la famiglia si completa con il figlio Sgorghìguelo; si è formata la famiglia Pavironica.

Queste maschere furono inizialmente solo dei burattini. Dalla fine dell’800 esse vennero impersonate da attori (tutti maschi, anche la Pulonia). Vestono alla foggia dei popolani del ‘700: giacca di velluto a coste marrone, pantaloni al ginocchio della stessa stoffa, calze a righe trasversali bianche e rosse, gilet a fiori e robusti scarponi da contadino. Sandrone porta una parrucca con capelli piuttosto lunghi, coperti in parte da una specie di cuffia da notte di lana bianca che termina con un fiocco. Suo figlio ha una parrucca rossiccia e un berretto marrone con visiera. La Pulonia indossa una cuffia bianca, un vestito lungo fino alla caviglia disegnato a fiori vivaci. Porta un grembiule bianco, ai piedi scarpette di vernice nera con vistose fibbie, e in testa, una parrucca bianca a boccoli.

Le tre maschere, da oltre un secolo, allietano i modenesi e sono il simbolo del Carnevale Modenese; secondo la tradizione (tenuta in vita dalla Società del Sandrone), ogni anno il giovedì grasso Sandrone e famiglia arrivano alla stazione di Modena dal paesino immaginario Bosco di Sotto. Da lì sfilano in una parata che ha come punto di arrivo Piazza Grande, dove i modenesi si affollano per assistere al tradizionale sproloquio, il discorso che i tre pronunciano dal balcone del Palazzo Comunale, rigorosamente in dialetto modenese, ricco di commenti arguti sulla vita cittadina e bonarie critiche all’amministrazione locale.

Fonti diverse fanno risalire la nascita di Sandrone a un personaggio settecentesco realmente esistito nato nel Comune di Cadelbosco Sotto in provincia di Reggio Emilia, quando la provincia reggiana era sotto il dominio estense del Duca di Modena (di qui l’appropriazione geografica modenese) e ne rivendicano quindi le origini reggiane, adducendo il motivo che come accade per tutte le figure di rilievo nell’arte, nella cultura e nei costumi aventi avuto i natali in quel contesto negli anni del ducato, che vengono considerate oggi reggiane a tutti gli effetti, anche a questa maschera andrebbe riconosciuta la provenienza geografica reggiana e non modenese.

 

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